DeepCrawl questa settimana ha lanciato un nuovo SEO tool ossia uno strumento per fare test SEO per siti web.
Lo strumento che è stato chiamato Automator consente agli sviluppatori di testare il loro codice per l’impatto SEO prima di che un sito sia online.
Secondo DeepCrawl, Automator è stato progettato per consentire la collaborazione tra sviluppatori e team di SEO / marketing in modo che si possa mitigare qualsiasi rischio che possa portare a una perdita del traffico del sito.
Automator esegue oltre 160 test per la SEO in molteplici ambienti di pre-produzione e QA e segnala eventuali problemi critici che la nuova versione potrebbe potenzialmente causare.
Sebastian Simon, Senior SEO Manager di Heine ha dichiarato: “DeepCrawl Automator è uno strumento molto affidabile. Abbiamo usato Automator, ad esempio, per verificare se qualcosa reindirizza dove non dovrebbe”.
Ben si capisce l’importanza strategica di un tool come questo visto che tutti gli strumenti online di SEO audit monitorano un sito quando è già pubblicato.
Simon prosegue la presentazione del tool dicendo che “prima, dovevamo controllare tutto manualmente, ma con Automator, possiamo impostare i test in anticipo e vedere davvero cosa succede. È un grande sollievo sapere che c’è qualcosa che ci avviserà se qualcosa è cambiato”.
DeepCrawl afferma che durante quattro mesi di beta test, Automator ha riscontrato difetti SEO in circa il 35% dei siti web al momento della pubblicazione.
“Automator è uno strumento unico progettato per aiutare le organizzazioni a proteggere le entrate dal più grande canale digitale – SEO”, ha affermato Michal Magdziarz, CEO di DeepCrawl. “Soprattutto durante questo periodo in cui la presenza online dei brand è così critica, Automator può essere implementato per ridurre i rischi associati a un calo di ranking a causa di modifiche del codice che possono compromettere le prestazioni complessive del sito”.
Automator è implementato in piattaforme CI / CD, come Jenkins, Github Actions o TeamCity, utilizzando integrazioni native, script di shell o un’API GraphQL.
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